Partecipazione
Approccio partecipativo del Mobility Manager
L’approccio utilizzato dal Mobility Manager deve essere, quando possibile, di tipo inclusivo e partecipativo. Quando scegliamo come spostarci e con quale mezzo andare al lavoroo a scuola, teniamo conto di moltissime variabili: alcune personali, altre legate all’ambiente urbano in cui viviamo e lavoriamo, altre ancora dipendenti dai servizi a cui possiamo accedere.
È per questo che un cambiamento di abitudine e di scelta di mobilità non si può semplicemente imporre dall’alto, ma va co-progettato insieme alle persone in una logica bottom-up, offrendo conoscenze, spunti di riflessione e risposte ad esigenze oggettive, migliorando i servizi e collaborando per il loro funzionamento.
Siamo esperti facilitatori, in grado di accompagnare la redazione dei Piani Spostamento, PSCL e PSCS, con l’organizzazione e la gestione di incontri informativi e laboratori con tecniche tradizionali e innovative (focus group, world cafè, incontri di visioning o action planning, co-design), rivolti ai dipendenti di aziende ed enti pubblici, finalizzati a immaginare insieme il cambiamento che si dovrà realizzare.
L’utilizzo dello strumento della partecipazione, può stimolare in positivo molti processi:
- Aumenta la qualità progettuale
- Valorizza il capitale umano e sociale locale
- Aumenta la consapevolezza sociale
- Crea senso di comunità
- Valorizza la complessità e l’approccio multisettoriale
- Crea più fiducia, meno conflitto
- Rinvigorisce le pratiche democratiche
- Stimola la capacità di azione e auto-organizzazione delle comunità (empowerment)
Vero è che è uno strumento complesso che richiede competenze trasversali, interdisciplinari ed esperienza, tanta esperienza, perché le deviazioni, le interruzioni, le tensioni possono far naufragare anche le migliori intenzioni e progetti.
In poche parole: non si può improvvisare.
Partecipazione
Cambi di sede
Ci possono essere momenti delicati nella vita delle aziende in cui tutte le componenti, materiali ed umane sono coinvolte. Un esempio è il cambio di sede.
Le aziende nei progetti di cambi di sede si occupano di solito principalmente di “cose materiali”: immobili, arredamento, logistica, parcheggi.
La parte “invisibile”, ciò che provano le persone coinvolte, ciò che percepiscono, cosa pensano emerge solo se arrivano problemi che disturbano il precedente livello, le “cose”.
Per una buona riuscita di un cambio di sede, per rispettare anche i tempi programmati e non entrare in spirali difficili e time-consuming (sit-in ed altro), i manager di azienda devono essere lungimiranti e pensare subito a far partecipare i dipendenti ad una decisione magari necessariamente già presa per ragioni tecniche e commerciali.
Se arriva uno tsunami e sei in mare, magari vicino alla costa, l’istinto ci dice di correre a riva per salvarsi e invece, se conosci come si esprime Il fenomeno, sai che andare verso il mare aperto è la salvezza certa. La riva pagherà lo scotto di opporsi alle onde gigantesche e inarrestabili del fenomeno. Così è per raggiungere gli obiettivi condivisi.
Serve conoscenza esperta e minuziosa di ciò che si presenterà inevitabilmente, serve sapere quando e come fare le mosse efficaci.
La partecipazione mitiga i disagi futuri, a volte insormontabili se considerati a cose fatte, mettendoli a nudo per tempo, nei giusti contesti, con i giusti attori.
Abbiamo consolidato in 20 anni di attività, saperi e competenze adeguate ad accompagnare aziende ed enti nel momento di un cambio di sede o negli altri momenti critici della vita di una azienda ed ente.
Partecipazione
Partecipazione come stile di azione
Gli ambiti del possibile utilizzo del metodo partecipativo sono molteplici:
- Pianificazione del territorio e valutazioni ambientali
- Politiche urbane sostenibili: mobilità, energia, cambiamenti climatici
- Beni comuni e amministrazione condivisa
- Politiche culturali
Si sta diffondendo la cultura che senza coinvolgere dal basso tutti gli attori coinvolti nei cambiamenti, l’incidenza degli insuccessi cresce verticalmente.
Nei processi decisionali si possono individuare quattro fasi:
- Analisi e individuazione del problema
- Ideazione e progettazione delle soluzioni
- Implementazione delle soluzioni, realizzazione, gestione
- Verifica e valutazione dei risultati
La partecipazione deve essere usata fin dall’inizio ed accompagnare ogni fase del processo decisionale.
Nonostante esistano moltissime tecniche e metodi, si stanno affermando dei format di processo partecipativo perché si insegue l’affidabilità, la replicabilità sia della procedura che dei soggetti professionisti.
Per la P.A. attivare un processo auto evolutivo e stocastico è difficile perché causa incertezza politica e finanziaria. Ci vuole una attitudine a stare in contesti di incertezza per utilizzare la partecipazione come metodo per i processi decisionali, privati e pubblici.